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L'imprenditrice di Successo III


di vecchiomanico
12.03.2021    |    3.652    |    1 8.4
"Penso che dovrebbe fare pace con se stesso ed accettare che tutti noi maschi abbiamo un lato omosessuale latente..."
Ci siamo lasciati l'ultima volta in maniera sorprendente: una scopata in presenza di Gianni, il marito cornuto si è trasformata in un gioco a tre, con riprese video hard e doppia penetrazione finale; entrambe le azioni evidentemente poco gradite alla signora.
Marta è una imprenditrice di polso, feroce e determinata negli affari ma sorprendentemente succube del marito nella cerchia familiare.
Nel corso degli ultimi diciotto mesi però la situazione è cambiata, scoperta dal marito cornuto e coniglio, ha sfoderato dei lati del carattere insospettati, tanto da far sembrare che abbia preso il comando anche della vita familiare.
Si tratta solo di supposizioni perché da quando abbiamo cominciato a rifrequentarci ed a scopare col beneplacito ed in presenza del marito non ho mai avuto modo di accedere a tutte le informazioni.

Siamo amanti eccezionalmente compatibili, la migliore scopata della mia vita ma ora non sono più nelle sue confidenze, mi scontro con un muro di gomma: lei non si sbottona e lui non parla perché non sa affatto cosa pensa lei, crede di saperlo ma sbaglia di grosso.
Come molti mariti, Gianni non ha mai pensato che sua moglie potesse avere una mente propria, delle opinioni sue.
Ha sempre creduto che quello che pensava lui fosse anche l'opinione di lei, non ci potevano essere altre menti pensanti nella famiglia.
La perdita della confidenza tra di noi ha determinato però un peggioramento nelle qualità della nostra scopata.
Se da un lato la novità erotica del cornuto guardone che saltuariamente si aggrega alla comitiva costituisce una novità estremamente eccitante, da un altro punto di vista il comportamento di lei è fortemente condizionato dalla presenza di lui: non si seguono più le nostre consolidate convenzioni.
È come influenzata dalle esigenze del coniglio. Manca di spontaneità.

Sono passate due settimane dalla nostra ultima giocata, sto già pensando che l’imprevista, nuova inculata abbia parecchio innervosito la signora Marta tanto da farle dire basta a questi giochi.
Devo convincerla a parlare ma per farlo devo eludere la sorveglianza in atto.
Se mi scoprissero sarebbe un’altra figura di merda e la possibile perdita di questa ghiotta occasione di divertimento che mi è capitata.
In questa lunga giornata del cazzo perché il lavoro è intermittente e fa schifo, sto ancora pensando a loro due quando arriva un messaggio da lui:
“Ciao sono Gianni, quando ti posso telefonare?”
“Anche subito, con tutto quello che sto producendo…”, riso amaro.
Squilla: “Ciao Marco come stai? Marta ha detto che vuole essere scopata bene da un vero maschio”
Rido: “Beh, allora ci sei tu”
“Vuole godere! Non vuole me”
Mi piace questo modo di accettare le cose, sua moglie non sente un cazzo con lui, per farla stare bene allora basta chiamare l’amico. Che problema c’è?
“Dimmi che piano hai ed io mi organizzo con casa mia”
“Noi saremmo al mare venerdì sera. Cena di pesce poi scopata?”
Faccio una rapida analisi della situazione poi realizzo: avrò la casa vuota, saranno tutti via per almeno una settimana, si può scopare da me.
“Venite da me? Scopiamo ben bene poi andiamo a cena?”
“OK, perfetto”
Posso tralasciare i miei dubbi su fatto che l’idea sia di lei vero?

È venerdì sera, sono di nuovo con i miei amici: la casa è nuova per Gianni ma non per lei che ci è venuta un paio di volte ma sono sicuro che lui questo non lo sa.
Marta è elegante ma sempre porca, infatti appena vedo le sue gambe ed i suoi tacchi vistosi, la metto a sedere sul tavolo, estraggo il cazzo senza togliermi nulla di dosso e la penetro immediatamente, così, a secco, senza preliminari. Sono una vera bestia senza stile.
Lei lascia fare, è umida e molto ben disposta: forse mi sbagliavo, ne ha una gran voglia.
“Ah! Ciao Gianni! ci sei anche tu?”, scherzo, non gli ho neppure dato la mano e sono entrato dentro sua moglie come se lui non ci fosse.
Ride, ha già la videocamera accesa e sta facendo un primissimo piano, un dettaglio direi, della figa di Marta bella aperta con dentro il mio cazzo.
“Mi scusi signora se sono entrato così all’improvviso, senza chiedere permesso”
Non risponde, mi sta tirando verso di sé per essere penetrata in profondità.
Che soddisfazione sentire che al momento vuole essere solo sbattuta, si è trattenuta fin troppo per ripicca verso tutti ma ha sfidato gli ormoni che sono nel suo corpo, ora le fanno pagare il conto.
Il tavolo della sala da pranzo non è proprio comodo ma è grande e solido.
Intanto che la sbatto, sono in piedi e ho le mani libere per spogliarla, tutto si sfila da sopra eccetto il perizoma che ormai è intrappolato fra noi due.
La sensazione di stretta decisa ma elastica che mi fa provare questa donna è impagabile: nei primi minuti di penetrazione con lei devo prestare attenzione per non farmi travolgere da quello che sento e perdere il controllo, mi tocca spesso pensare ad altro.
In questo momento penso al problema che hai lui, che però ora sembra aver brillantemente risolto, con mio grande piacere.

La videocamera gira attorno a noi per la stanza, inquadra da varie angolazioni, i dettagli ma anche le figure ed i volti. Penso che anche questo video non lo vedrò mai.
“Allarga un po’ le gambe”, adesso il regista ha anche delle esigenze di posa. Uffa.
Ho sempre il timore che gli vengano strane idee e di trovarmi quella dura calda cappellona che spinge nel mio culo, ma non succede: è preso dalla ripresa, ha il cazzo duro, lo vedo bene, ma è ancora nei pantaloni.
Penetrando subito la moglie l’ho preso alla sprovvista, ma penso che non mi inculerebbe comunque, per fortuna, è un etero mormone.
Mi sento prendere le palle con le dita, delicatamente come se si potessero danneggiare alla stretta.
È il “regista”, me le sta spostando di lato per poter inquadrare l’ano della moglie che si contrae ritmicamente sotto la spinta del mio mazzuolo dentro la figa.
Come la volta precedente la sensazione mi piace, mi eccita, devo rallentare, ma so che poi tutto finisce lì e quindi mi sollazzo con lei che ansima ma vuole un cambio di posa.

“Certo come ospite sei ben maleducato! Ti vengono a trovare i tuoi amici con una bottiglia bella fresca e tu, invece di salutare e farli accomodare, infili il cazzo nella moglie dell’ospite?”
Ridiamo tutti, il clima è rilassato, lui finalmente può tirare fuori il suo cazzone enorme, storto e duro.
Glielo afferro con le mani e lo stringo, gli stringo anche le palline, prendendolo di sorpresa (cazzo quanto è grosso):
“Gianni e la sua arma ci distruzione di massa. Saddam Hussein ti fa una sega!”
“Daii!”, geme di nuovo e fa una smorfia di sconforto ma anche di sottomissione, non ha il coraggio di sottrarsi alla presa, è come se l'avessi al guinzaglio, rassegnato.
Vorrei segarlo un po’ ma non è il luogo e lo mollo a malincuore.
Penso che dovrebbe fare pace con se stesso ed accettare che tutti noi maschi abbiamo un lato omosessuale latente.
Dopo un bel po’ mi sfilo per lasciare Marta libera di cambiare posa, ed è così che le sue belle chiappe abbronzate mi si propongono in tutto il loro splendore, appoggiata di pancia sul tavolo, i polpacci gonfiati dagli alti tacchi, l’ano che guarda in alto.
Mi sono Inginocchiato a leccare con calma e gusto tutto questo ben di Dio, lei freme quando la lingua le fruga un po’ nell’ano.
A differenza della prima disastrosa volta che l’abbiamo fatto, ora non c’è più alcun sentore di trascuratezza, tutto è lindo, addirittura a volte il profumo mi fa sparire gli umori di femmina che vorrei sentire.
“Mettimelo dentro, lo voglio subito, adesso”, il solito messaggio che non ammette repliche.
Per un attimo penso di fare entrare Gianni al mio posto, un po’ per giocare uno scherzetto a lei ed un po’ perché penso che dopo venti secondi al massimo sarà venuto, quindi se ne andrà in doccia lasciando perdere la videocamera e noi due che così scoperemmo a lungo come ci pare senza condizionamenti.
Ma poi penso che sentire col mio cazzo il suo sperma dentro di lei mi procurerebbe fastidio, quindi obbedisco, la posizione mi consente comodamente di afferrare le grosse bocce e di tirare e ruotare i capezzoli all’infinito.
Se mi chino a baciare e leccare la schiena ho fatto bingo: non ho più arti od organi di senso da utilizzare.

Ho di nuovo il cameraman alle spalle, sento il suo fiato caldo sulle chiappe, ma sono al sicuro (ridi pure), stantuffata lentamente con il massimo movimento che consente il mio pisello (che escluso quel mostro che ha lui, fa la sua porca figura), lei arriva al punto di lancio:
“Ecco così! Dentro e fuori! Dentro e fuori” e parte a gemere una nota sola per lunghi secondi intanto che si scatena la pioggia che bagna le sue e le mie gambe e mi inzuppa i piedi.
Ha imparato ormai da quasi due anni che non deve trattenersi: con l’uomo giusto ha a disposizione quattro, anche cinque orgasmi ogni scopata, inutile risparmiarsi.
Il cameraman ha ripreso tutto e si sta maneggiando il pitone.
“Che spettacolo che sei Marta!!”
“Come? E io?”, protesto e rido, per essere mandato prontamente a cagare.
È meraviglioso sentire il suo corpo che freme tutto, è come se mi trasmettesse tutte le sue sensazioni.
Centelliniamo tutti i residui di piacere per un discreto lasso di tempo poi possiamo anche stappare il Franciacorta.
Gianni sta controllando con grande soddisfazione il video che ha girato, è eccitato e si stimola il cazzone intanto che guarda e beve.
Guardo anch’io: il risultato è piuttosto apprezzabile, ma si vedono le facce, non potrò mai farmi delle pippe con quei filmati perché se li vedranno solo loro due. Sigh!

Accidenti! Mi sento pizzicare la cappella!
No. Niente brutte malattie: qualcuno (?) ha messo il mio uccello che si è temporaneamente afflosciato dentro al calice del Brut, la signora ora mi succhia il cazzo imbevuto di Franciacorta, poi glielo immerge di nuovo poi succhia, ma l’operazione alla terza volta non riesce più perché il birillino succhiato sta dritto e nel bicchiere non lo si riesce più a mettere. Che porcella.
Comincio ad avere fame, ma ho scelto io di scopare a digiuno: con la pancia piena e due bicchieri in corpo tutto è meno gustoso, una bella scopata adesso ed una cena decente dopo e tutto sarà perfetto.
Senza accelerare le operazioni chiedo:
“Come desidera ora essere servita la signora?”
“Montami come se io fossi una delle tue moto”
Rido alla faccia che fa Gianni, ancora non avvezzo a tutto il repertorio che abbiamo interpretato nell’annetto che lui ha portato le corna e basta senza godere.
La “Motocicletta” è una mia creazione scopereccia di cui ho già scritto in precedenza, niente di trascendentale, solo una variante un po’ fetish della missionaria.
Marta si sdraia, incrocia braccia sulla testa, le sue mani nelle mie a mo’ di manubrio, è bloccata immobilizzata, le gambe flesse afferrano sulle mie cosce tirandomi dentro di lei e generano una profonda penetrazione. La faccio da quando ero adolescente.
Stiamo scopando sul telo da spiaggia opportunamente applicato sul mio letto.
Ho solo questo di talamo e ci vorrei dormire questa notte.
La sto penetrando profondamente godendomi le sue superbe contrazioni sull’uccello, ogni volta è migliore della precedente, non riesco a capire come sia possibile: commistione di fisico, uccello e ...cervello.
Il suo respiro è già molto profondo, si sente che è di nuovo sulla “rampa di lancio” ma è troppo presto, me la voglio godere questa femmina: è la più gustosa che abbia mai avuto.
Rallento decisamente il ritmo, anche il suo respiro si stabilizza, in questa posa posso parlarle all’orecchio senza allarmare Gianni, sa che siamo infoiati.
“Sei una gran figa”, sussurro.
“Ti voglio scopare di nuovo da sola...ti va?”
“Sì che mi va, ma lui controlla tutto…”
Scopo e penso: ci sono un sacco di canali, ma sono tutti intercettabili da uno sospettoso e tecnologico, sms no, WhatsApp no, e-mail no, ...forse xxx, non lo usa nessuno.
“Prova a mandarmi un messaggio su xxx dal telefonino, poi elimina subito la conversazione”
“Se mi scopre?”
“Scrivi qualcosa di stupido come se ti fossi sbagliata o avessi scritto a me per sbaglio”
“Provo”
“E ora godi!”, repentinamente aumento il ritmo delle pompate ed in un minuto esplode il mondo, urla lamenti strepiti sotto di me.
Io la tengo immobilizzata con le mani e lei mi tiene bloccato dentro con le gambe. Una posa da lotta greco romana erotica?
Il telo da spiaggia ha assolto il suo compito assorbendo tutta la pioggia generata da Marta.

Ora anche Gianni ha fame: “La prossima volta assieme al Brut portiamo anche i salatini”
Ottima idea.
Scalpita, ho capito che i nostri patti (lui che guarda e basta) non gli stanno più bene: vuole sborrare dentro alla moglie.
Ma deve mettersi in fila:
prima la moglie deve essere appagata ed esausta,
allora io potrò sborrare dentro di lei a scelta, perciò avrò anch’io il mio meritato piacere (come se finora avessi fatto ginnastica…)
infine, potrà farlo anche lui, rapidamente. Lei se ne accorgerà appena.
Questo è l’ordine degli eventi che mi è scaturito questa sera e così dovrà andare. Cazzo!

Dopo un po’ di motocicletta facciamo uno scambio di ruoli: io sotto, Marta sopra, accovacciata
“Non credo di venire più, Vieni pure quando vuoi”
“Va bene, rilassati”
È solo per dire qualcosa, non puoi rilassarti se stai facendo uno squat in perfetto stile da palestra ma ...con il cazzo dentro la passera.
In questa posa tutti i muscoli delle gambe mettono in moto quelli della passera e generano un massaggio furioso attorno all’uccello, se lei non venisse a breve sarei costretto a fermare tutto perché mi è impossibile resistere.
Non passano due minuti che l’ultima dose di liquido che aveva ancora in serbo colei che non avrebbe dovuto più venire mi inonda completamente.
Finalmente mi lascio andare e spruzzo in lei tutto quello che ho nelle palle.
“Sono morta!”
Il cameraman ha ripreso tutto è talmente eccitato che penso eiaculerà senza nemmeno toccarsi il cazzo invece… aspetta cinque minuti buoni che noi ci riprendiamo dal fiatone.
“Sei mia moglie: perciò adesso fatti scopare”
Vedo la faccia di lei disgustata, che si volta verso il muro intanto che divarica le gambe.
Qui qualcosa nel loro rapporto va sicuramente aggiustato.
La sua monta, alla missionaria, è un flash.
Ce la mette tutta ma la barriera dei venti secondi è invalicabile. È la fine dei giochi per questa sera.

La cena è gustosa ed interessante, perché sto cercando di capire da un po’ come stiano veramente le cose fra di loro e cosa sia successo nel periodo di “vacanza”, ma a parte la felicità di Gianni per il piacere della scopata a tre, la signora è impenetrabile (vabbè, solo a tavola).
Devo rinviare al promesso incontro a due.

Il messaggio mi arriva puntualmente, trovata anche la “copertura” sotto forma di visita dal dentista, ci troveremo ad un altro motel della scopa, quello dei bei tempi l’abbiamo già “bruciato” andandoci anche in tre, pur se discretissimo ed appositamente attrezzato saremmo troppo facili da individuare ormai.
Peccato perché mi piaceva, io che ho vissuto una vita in albergo per motivi di lavoro mi affeziono ai posti: mi sentivo quasi a casa.

Il viaggio insieme verso la meta avviene stranamente del tutto in silenzio: una strana singolarità, io sono qui (anche) per parlare e sapere, lei è muta. Eppure, sono mesi che mi fa intendere “poi ti spiego”.
Da quando sono adolescente MI STANNO SUL CAZZO tutti quegli individui che si atteggiano a misteriosi, custodi di chissà quali verità, che si atteggiano a: “tu non sei in grado di capire”, “sono cose più grandi di te”.
Ho capito presto che sono atteggiamenti patetici da individui complessati.
Spero che questa pugnetta di Marta finisca subito oggi stesso altrimenti facilmente al momento che m’incazzo non ci sarà figa che tenga: la manderò per sempre a farsi scopare, senza orgasmo, da suo marito coniglio.
È agghindata alla grande, tutta in nero, gonna corta che fa vedere le gambe perfette, camicia bianca che strappa i bottoni sul petto che preme per uscire (e si vede), capezzoli che ingiuriano il reggipetto e si propongono sulla camicia, scarpe da discoteca.
Avercela di sul sedile di fianco mi fa già effetto: senza che lei faccia nulla ho il cazzo dritto.
Appena la strada è tranquilla la mia mano dal suo ginocchio sale su per la coscia, scavalca la calza autoreggente erotica ma è elegante e giunge alla passera appena coperta dal perizoma.
Che gusto! Non le manca proprio niente come sempre.
Le mie dita fanno per scavare, ma sento sospirare forte ed una mano blocca la mia, la stretta è forte: “Stai fermo se non vuoi che ti sporchi il sedile!”
Addirittura! Questa è la donna che mi piace e che mi è mancata per più di un anno, ma non la facevo così bollente.

Posiamo le nostre cose ma non faccio in tempo a toccarla che ce l’ho tutta addosso, una mano mi stringe le chiappe, l’altra le palle, la bocca mi sta già succhiando il pisello con energia, wow!
Ho capito che parleremo dopo… Intanto che mi stanno piacevolmente usando cerco di togliermi i pantaloni e le scarpe, appena fatto, mi ritrovo montato con decisione.
Bene, così intanto che la porca in calore sfoga i suoi istinti primordiali sul mio cadavere ho le mani libere e posso toglierle un po’ di cose da addosso così da avere i miei giocattoli preferiti nelle mani e succhiarle i turgidi capezzoli.
Sono fermo immobile ma mi stanno sbattendo con forza, finché una colata di liquido caldo sulla pancia mi preannuncia che la festa è cominciata, la consueta nota singola strozzata ma molto forte e lunga comunica a tutto il mondo che la prima stanza del paradiso delle imprenditrici è stata raggiunta.

È importante considerare che il mondo dei rapporti sessuali è in gran parte dominato dall’egoismo, da quello maschile innanzitutto perché la natura ci ha fatti così: dobbiamo riprodurci, quindi è importante che inseminiamo non che le femmine godano, noi mammiferi maschi per inseminare dobbiamo eiaculare e questo per fortuna avviene con solo con l’orgasmo.
Se sono esistiti animali gaudenti od altruisti con la femmina, questi di sicuro si sono estinti.
Il maschio che ha rispetto per le esigenze della femmina è un’aberrazione mutuata dalla società moderna o dalla civilizzazione.

Tutta questa sega per sottolineare che la signora Marta nonostante abbia alle spalle quasi trent’anni di servizio senza alcuna soddisfazione in conseguenza di un uomo irrimediabilmente coniglio sia passata in un attimo dalla parte di quella che se ne frega di tutto quello che posso sentire io; avendo preso coscienza che con me, prima c’è lei per un numero imprecisato di volte poi ci sono io. Siamo tutti animali, basta darci l’occasione di dimostrarlo.
La nostra scopata è notevole come quasi sempre, il giro di posizioni non è infinito perché il tempo è tiranno, però stavolta per distrarci un po’ ci concediamo un bel 69 ma senza portarlo a conclusione, la signora come ho già scritto è vaginale, gode se penetrata, se leccata si infiamma ma difficilmente viene.

Contrariamente alle solite questa è una scopata senza conversazione, la sento concentrata furiosamente su ciò che sente e che vuole sentire, con i sandali ancora ai piedi (cosa che mi arrapa e lo sa), stende il telo da doccia sul tappeto: “Sdraiati e sta zitto, voglio finire come mi va!”.
Ma a questa, nessuno le ha insegnato l’educazione? So che sto per godere quindi perché fare obiezioni.
Lo squat di spalle interpretato dalla signora su di me è qualcosa di favoloso, anche questa volta è una conferma, tutti i muscoli di che ci sono intorno al mio cazzo si contraggono e rilassano a turno in un concerto di strette e pressioni che mi fanno impazzire, al primo sentore che lei sta “partendo” per il più esplosivo orgasmo del giorno io non sono in grado di trattenere più nulla ed i nostri liquidi si mescolano gioiosamente, mi innaffia per bene e canta di nuovo la sua canzone a singola nota.

“Bene… “, sono passati parecchi minuti dalla fine delle operazioni, sfiniti sul letto dopo un bel po’ di tenere carezze e bacini: “Adesso finalmente mi vuoi spiegare?”
“Perché sei così aggressivo?”
“Signora! Scopare con te mi fa impazzire, ma cerca di non abusare della mia pazienza”
“Ecco. Questo è il punto: ti piace solo scoparmi”
OMMIODDIO!! Fa che non sia vero! Ci siamo!
Un’altra che dopo aver scoperto il cazzo la mette sul sentimentale!
Si tratta sempre di femmine dalla memoria labile ovviamente: hanno rimosso completamente come la storia è cominciata: VOGLIA DI CAZZO.
“Cosa hai detto?”
“Niente niente...”
Ecco di nuovo la misteriosa, che sta per essere mandata in culo per sempre, a dispetto della totale compatibilità fra noi.
“Guarda Marta che non sono Gianni al quale puoi dare ordini o fare la scontrosa. Ci siamo capiti? O chiariamo…”
Sta per replicare con l’arroganza abituale della capitana di industria: “O cosa?”, poi collega il piccolo cervello del quale è fornita e preme anche il tasto “umiltà” quindi cambia tono.
“Da dove comincio? Ammetto che è imbarazzante parlare di queste cose solo adesso…”
“Dopo un’ammissione di questo genere da parte tua devo controllare se nevica fuori dalla finestra” Sfotto, siamo a luglio e ci sono più di 30 gradi all’ombra fuori.
Ottengo così un breve vaffanculo da parte della manager.
Così imparo che:
Il cornuto prima di essere tale aveva notato il mio pressante interesse a scopargli la moglie, la cosa lo eccitava a morte e con mille ragioni l’aveva pressata affinché lei accettasse il mio cazzo.
(Hai capito? Gianni non era un rivale: giocava per me!)
Ancora non gli era chiaro come avrebbe goduto della situazione ma al momento gli interessava che lei ci stesse.
Lei invece era stata prima irritata poi inorridita dalle spinte del marito ed i loro rapporti erano diventati tesi, ma lui continuava a tormentarla.
Di seguito lei si era fatta spontaneamente scopare da me pensando di farla franca e che lui non la scoprisse. Invece, questo lo scrivo io, ci deve avere sgamati dopo non molto tempo.
Quindi mi sa che ero spiato da molto tempo, merda.
Lei è una vera idiota ma io non sono stato di sicuro stato molto furbo: piuttosto imbecille e presuntuoso.
Quando sono fuggito dall'inseguimento, dove in realtà non inseguivano me, il cornuto stava cercando l’appiglio per sottometterla ai suoi voleri.

In quella drammatica occasione i coniugi hanno avuto modo di confrontarsi duramente fra di loro.
Lei messa alle strette gli ha giurato che non c’era nient’altro che sesso, che amava solo lui ma che le pesava tanto la mancata soddisfazione sessuale.
Purtroppo, mentendo (questo lo aggiungo io) lei aveva messo a testa sul ceppo perché non ci sarebbe stato più alcun motivo per fare le cose di nascosto se io fossi stato d’accordo e lui voleva vedere.

Per delle menti semplici come quelle di noi maschi umani il comportamento della femmina nel 90% dei casi sfugge alla nostra comprensione, spesso perché la razionalità non è affatto presente all’interno del cranio della suddetta femmina.
La potente imprenditrice Marta non potendo più districarsi dall'impasse ha scelto il rifiuto di tutto.
Ha interrotto LEI i contatti con me, non è stata vessata dal marito, ha voluto puerilmente dimostrare a tutti e due che non c’era assolutamente nulla che le interessasse.
Non aveva fatto però i conti con l’eccitazione del marito, cosciente che il suo rapporto con la moglie era in drammatica fase di stanca, ma anche già infoiato dall’ipotesi porcella di fare il guardone cornuto, le ha praticato una costante pressione quotidiana per un anno, fintanto che sfinita, non perché desiderosa di rivedermi ha ceduto alle sue pressioni, confidando che io avrei rifiutato la proposta. Testa di legno.

Questa la parte che dovevo sapere, quella che invece devo immaginare è che accettando io la nuova situazione l’ho delusa notevolmente.
Nel suo cranio si stavano facendo strada delle ipotesi talmente assurde che non vale la pena di prendere in considerazione.

Una cosa è certa, la nostra allegra comitiva non sarebbe durata ancora molto a lungo, lui era contento, io abbastanza contento, lei per niente.

Il primo episodio di questo storia: "L'imprenditrice di Successo I" è pubblicato sul volume "Seduttore per Caso Vol.2" di Marco Casadei, edizioni Sogni Piccanti - Amazon
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